Manifesta 12 sperimenta un nuovo modello di mediazione culturale
Con Manifesta 12 si cerca di presentare un nuovo modello di mediazione creativa. Esattamente al modo in cui un pittore prepara la sua tela prima di iniziare a dipingerla, questo modello si basa su una ricerca urbanistica condotta da un noto studio d’architettura e volta a decodificare la città ancor prima di definire il programma di attività che vi saranno presentate il prossimo anno.
Per Manifesta 12 Palermo, ci siamo rivolti al rinomato studio di architettura OMA al fine di portare a termine la ricerca condotta dall’architetto italiano e socio fondatore di OMA, Ippolito Pestellini Laparelli.
Il risultato di questa ricerca è ‘Palermo Atlas’, un’analisi interdisciplinare sulla città che mira ad esplorarne l’architettura, l’archeologia, l’antropologia, gli archivi storici come le storie personali e i suoi mezzi d’informazione. ‘Palermo Atlas’ è il primo passo di Manifesta 12 a Palermo, sia in quanto suo momento fondante che si pone lo scopo di delineare la pianificazione futura della città, che come modello di ricerca urbanistica affinché Manifesta 12 abbia un impatto a lungo termine sulla città e sui suoi cittadini.
Il risultato di questa ricerca urbanistica si tradurrà in un programma di attività culturali grazie all’apporto di una squadra internazionale e interdisciplinare, composta da quattro creative mediators: Ippolito Pestellini Laparelli di OMA; Bregtje van der Haak, giornalista e regista di origine olandese; Andrés Jaque, architetto e ricercatore spagnolo; e Mirjam Varadinis, curatrice d’arte contemporanea nata in Svizzera. Il fine ultimo di questo nuovo modello di mediazione creativa è quello di offrire alla città di Palermo competenze diverse, e nuove e durevoli prospettive che consentano a Palermo e ai suoi cittadini di esplorare a fondo le potenzialità latenti di questa bellissima città.
“La citta’ non puo’ essere ridotta ad una singola interpretazione o ad una precisa definizione. É piuttosto un complesso mosaico di frammenti e identità, risultato di secoli di incontri e scambi tra civiltà. La sua archeologia materiale, l’eredità culturale, i tratti somatici e gli ecosistemi sono prove tangibili di un sincretismo duraturo. La Palermo contemporanea può essere considerata un arcipelago globale: non una città globalizzata di per sé, ma un incubatore di diverse condizioni globali. Agisce come snodo di una vasta geografia che si estende ben oltre l’area Euromediterranea – dall’Africa sub-sahariana alla Scandinavia, dall’Asia sudorientale a Gibilterra e all’America” – Ippolito Pestellini Laparelli, OMA
“Palermo Atlas offre alla Città analisi e riflessioni di grande valore collegando il racconto della storia passata e recente con le prospettive di sviluppo future. È una lettura attenta della complessità di Palermo e dei suoi abitanti e delle connessioni storiche e attuali tra la Città, il mediterraneo e l’Europa. Lo studio testimonia la volontà della Amministrazione Comunale e di Manifesta di permeare la Biennale del 2018 con la ricchezza culturale della nostra Città e la sua storica, progettuale e naturale cultura della accoglienza e della pacifica convivenza.” – Leoluca Orlando, il Sindaco di Palermo
“Il Palermo Atlas di Manifesta 12 andrebbe utilizzato come strumento sostenibile per lo sviluppo di un’eredità che vada oltre la durata della biennale nomade di Manifesta 12.” – Hedwig Fijen, direttrice di Manifesta